La figlia del reggimento

Copertina del programma di sala su La figlia del reggimento
5.00€
Data di uscita

128 pagine
16 illustrazioni
3 tavole b/n

Disponibile
Stagione
2023

La Fille du régiment : un ambiente, un genere, una vocalità
di Marco Leo

Il biglietto da visita di Donizetti a Parigi
di Jeremy Commons

Duttilità di Donizetti
di Alberto Bosco

Belcanto in simbiosi con l’opera francese.
Intervista a Evelino Pidò

a cura di Roberta Pedrotti

Barbe & Doucet: la memoria
Come volano per raccontare la guerra

a cura di Leonardo Mello

Argomento

Struttura dell’opera e organico strumentale
a cura di Enrico M. Ferrando

Le prime rappresentazioni

Libretto

«La Fille du régiment»: un ambiente, un genere, una vocalità

di Marco Leo

Due dettagli balzano immediatamente all’orecchio di chi ascolti la scorrevole Ouverture della Fille du régiment di Donizetti: in apertura, il richiamo pastorale dei corni, ripreso dai legni, nello stile di un ranz des vaches (le melodie suonate dai pastori delle Alpi per richiamare le mandrie, ampiamente riproposte nelle proprie pagine dai compositori dell’Ottocento); poco oltre, il rullio di un tamburo militare, che introduce un’allegra marcetta e, dopo episodi intermedi e riprese, accompagna alla fanfara conclusiva...


Il biglietto da visita di Donizetti a Parigi

di Jeremy Commons

Come si inizia un’opera? Come si termina un’opera? Queste domande sono sicuramente molto importanti per tutti i librettisti e i compositori. Che cos’è più importante del modo in cui si presentano al pubblico, catturando la nostra attenzione e mettendoci in una disposizione d’animo ricettiva e benevola? E al termine della serata, cos’è più importante della maniera in cui prendono commiato, sicuri del fatto che gli spettatori lasceranno il teatro con lo spirito giusto, triste o allegro che sia?
Quando Donizetti scrisse La Fille du régiment, durante l’estate e l’autunno del 1839, aveva lasciato l’Italia ed era giunto a Parigi, la capitale artistica e culturale d’Europa, con l’intenzione di fissarvi per sempre la sua residenza...


Duttilità di Donizetti

di Alberto Bosco

Non più Bellini, non ancora Verdi: questo è per noi Donizetti, e non è un’idea ingannevole. Rispetto al suo collega siciliano, di poco più giovane, ma scomparso a soli trentaquattro anni, Donizetti coltivò una concezione più moderna dell’opera seria, più concentrata sullo svolgimento dell’azione che non sul potere affascinante del canto, osando anche a volte alternare registri bassi e alti per vivacizzare il dramma.
Rispetto a Verdi, invece, Donizetti dovette adeguarsi a convenzioni e leggi di produzione che non prevedevano il controllo totale del compositore sulla propria opera e pertanto nei suoi melodrammi si ritrovano gli stessi temi cari al romanticismo risorgimentale, ma la definitiva affermazione di uno stile drammatico conforme a questi ideali e al gusto moderno si dovrà solo alla caparbia volontà di Verdi...


Belcanto in simbiosi con l’opera francese.
Intervista a Evelino Pidò

a cura di Roberta Pedrotti

Evelino Pidò è un esperto d’opera e di Belcanto. Da Rossini a Bellini e Donizetti, il suo nome si lega a tante produzioni prestigiose a livello internazionale. Al Regio aveva debuttato nel 1995 con Mitridate, re di Ponto di Mozart per poi tornare con Cimarosa, Donizetti, ancora Mozart, Puccini, Verdi fino al Cherubini della Medea con Anna Caterina Antonacci e la regia di Hugo de Ana...

Impossibile non domandarle subito, da torinese, come vive questa produzione che coincide con i cinquant’anni del Teatro progettato da Carlo Mollino.

Ricordo benissimo l’inaugurazione del 1973, quando già lavoravo alla Scala a Milano da qualche anno. Mi fa molto piacere essere al Regio proprio in occasione di questo importante anniversario e ancor più perché corrisponde al mio ritorno dopo l’apertura di stagione nel 2008 con la Medea di Cherubini...


Barbe & Doucet: La memoria
Come volano per raccontare la guerra

a cura di Leonardo Mello

André Barbe e Renaud Doucet costituiscono un sodalizio artistico che ha dato vita a più di quaranta allestimenti applauditi nel mondo. In questa intervista raccontano come hanno avvicinato l’opera di Donizetti.

Leggendo il vostro sito web, si incontra una frase interessante: «Come archeologi, Barbe & Doucet svolgono una ricerca rigorosa e scavano nelle circostanze prevalenti al tempo in cui un’opera è stata concepita per rivelare e aggiornare le rovine di un’epoca precedente». Cosa significa, in relazione alla Fille du régiment?

RD: Come in generale per ogni spettacolo che abbiamo affrontato, abbiamo osservato La Fille du régiment nel modo più tradizionale possibile, prendendo in considerazione la situazione in cui l’opera nasce...


Argomento


Struttura dell'opera e organico strumentale

a cura di Enrico M. Ferrando

La Fille du régiment osserva le stringenti convenzioni formali dell’opéra-comique. Rispetto a un’opera italiana coeva, la sua più evidente particolarità risiede nell’uso di dialoghi parlati in prosa come collegamento tra i numeri musicali. Osserviamo peraltro che i dialoghi si aggiungono ai recitativi cantati, ma non li soppiantano. Così, considerando anche la presenza di melologhi (parti recitate sulla musica), il rapporto parola-musica si arricchisce di molteplici possibilità tecniche ed espressive...


Le prime rappresentazioni


Libretto

 

 

 

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