Der fliegende Holländer | Richard Wagner
Il vento di tempesta soffia dalla prima all’ultima battuta dell’Olandese volante, sconvolgendo il mare e il cuore dei personaggi. In quest’opera del 1843 Wagner affrontò per la prima volta un tema che l’avrebbe sempre ossessionato: la redenzione attraverso l’amore. Il libretto, ispirato a una leggenda nordica e scritto dal compositore stesso, racconta la storia di un capitano olandese condannato a navigare per l’eternità sul suo vascello fantasma, finché l’amore fedele di una donna non spezzerà la sua maledizione. Senta, una fanciulla dal cuore puro, sarà l’unica capace di salvare l’Olandese sacrificando la propria vita.
Der fliegende Holländer è da molti considerata un’opera di transizione, in cui Wagner sperimenta l’uso dei Leitmotive (temi musicali ricorrenti associati a personaggi e situazioni), mantenendo ancora elementi tradizionali, come i cori dei marinai e delle filatrici d’ispirazione popolare e le arie in stile italiano. Per tenere in equilibrio le varie componenti di quest’opera turbinosa, salirà sul podio la direttrice Nathalie Stutzmann, il cui nome si sta imponendo in ambito wagneriano, come dimostra la sua partecipazione al festival di Bayreuth. Un cast di livello internazionale si esibirà nell’allestimento firmato da Willy Decker, il cui fascino onirico suscitò applausi entusiasti all’apertura della Stagione 2012/2013 del Regio.
Conferenza-Concerto: mercoledì 8 maggio ore 18 - Piccolo Regio Puccini
Opera romantica in tre atti
Personaggi e interpreti
Brian Mulligan
Johanni Van Oostrum
Robert Watson
Gidon Saks
Annely Peebo
Matthew Swensen
Calendario rappresentazioni
Luogo di svolgimento: Teatro Regio Calendario completo
Durante questa recita è attivo il Bimbi Club
During this performance the Baby Club is available
Argomento
atto
Tra le scogliere e i fiordi della Norvegia una nave sta attraccando: la tempesta violentissima che ancora non è completamente sedata l’ha costretta a deviare dalla rotta prescelta, sicché i marinai, che già speravano di riabbracciare le spose e fidanzate, devono rassegnarsi ad aspettare che i marosi si plachino. Ormai comunque il pericolo è passato e il capitano Daland manda tutti a riposarsi: resta in vedetta un giovane marinaio, che canticchia una melodia per tenersi sveglio, ma cede poi inavvertitamente al sonno. Non lo scuote più nemmeno il boato sinistro con cui un’altra nave getta l’ancora proprio lì accanto: è la nave-fantasma dell’infelice Olandese che venne condannato a vagare eternamente per i mari in espiazione di un suo folle peccato d’orgoglio. Ed ecco l’Olandese, nerovestito, scendere dall’imbarcazione e immergersi nei suoi pensieri; ogni sette anni gli è concesso di ritornare a terra per cercare una sposa: sua unica speranza di salvezza, infatti, è incontrare una fanciulla fedele fino alla morte, che con la purezza del suo amore gli guadagni il perdono divino. I secoli si accumulano, però, e l’aurora dell’amore fedele non sorge mai: così all’Olandese non resta che confidare nella fine dei tempi, con l’annientamento del creato. Uscito in coperta, Daland scorge lo straniero e gli si rivolge con cordialità: quando poi l’Olandese apre uno dei suoi forzieri e gli mostra il tesoro inestimabile che vi è stipato, Daland gli fa presente di avere una figlia dolce come un angelo e l’Olandese gli chiede di poterla conoscere. Nel frattempo si è levato il vento favorevole e la nave di Daland salpa tra il giubilo dei marinai.
atto
In casa di Daland un gruppo di fanciulle, sorvegliato dalla nutrice Mary, è intento alla filatura e si distrae con una canzoncina allegra: il loro cicaleccio infastidisce la padroncina di casa, Senta, che se ne sta pensierosa in disparte. Mary la rimprovera: invece di lavorare ed essere serena, la giovane contempla continuamente un ritratto appeso alla parete e se ne lascia intristire. Le ragazze desiderano saperne di più e Senta accetta di raccontare la ballata da cui ha appreso l’infausta vicenda dell’Olandese. La commozione generale viene interrotta dalla notizia del ritorno di Daland; Senta vorrebbe corrergli incontro, ma è trattenuta da Erik, il suo fidanzato, che la mette in guardia dalla sua esaltazione e le racconta un sogno premonitore in cui l’ha vista fuggire con l’Olandese maledetto. Non trascorre un minuto, ed ecco comparire sulla soglia di casa Daland in compagnia di un personaggio identico al ritratto appeso alla parete; Senta resta come pietrificata e Daland reputa più garbato allontanarsi, dopo aver manifestato alla figlia i suoi progetti matrimoniali. Rimasti soli, Senta e l’Olandese intrecciano un duetto che è più un muto colloquio di sguardi che un dialogo vero e proprio; al suo ritorno Daland ha la soddisfazione di vederli ormai perfettamente affiatati.
atto
Al porto sono ancorate le due navi, quella dell’Olandese e quella di Daland; su quest’ultima i marinai si tengono allegri cantando. Arriva un gruppo di fanciulle con provviste e libagioni: per fare indispettire i compaesani le ragazze fanno mostra di avviarsi in primo luogo alla nave degli stranieri, invitandoli a banchettare in compagnia; inizialmente nessuno risponde ai loro richiami, poi, data l’insistenza delle ragazze e la baldoria rumorosa dei norvegesi, dal vascello fantasma incominciano a levarsi in risposta folate di vento e ghigni sinistri, che atterriscono i presenti inducendoli a battere in ritirata. Compare Senta, tallonata da Erik che tenta di persuaderla a non abbandonarlo; il colloquio viene sorpreso dall’Olandese, che cade nell’equivoco di credere che Senta coltivi un’altra storia d’amore e dà ordine al suo equipaggio di salpare: anch’egli si è innamorato di Senta e non vuole condannarla alla dannazione eterna in cui incorrerebbe tradendolo. Mentre la nave leva l’ancora Senta, sconvolta, si precipita verso gli scogli e si getta in mare, offrendo all’Olandese la sua vita: immediatamente il vascello affonda e sul rosso dell’alba si disegnano le figure di Senta e dell’Olandese abbracciati.