L’italiana in Algeri | Gioachino Rossini
Stendhal la definì «una follia organizzata e completa», esaltando la perfezione dell’opera buffa che diede fama a un Rossini poco più che ventenne. Quasi certamente tratta da una storia vera, l’Italiana in Algeri è un concentrato di vitalità, un gioioso ingranaggio musicale.
Dramma giocoso in due atti
Personaggi e interpreti
Martina Belli
Xabier Anduaga
Carlo Lepore
Paolo Bordogna
Sara Blanch
Benjamin Cho
Rosa Bove
Calendario rappresentazioni
Luogo di svolgimento: Teatro Regio Calendario completo
Argomento
atto
Mustafà, bey di Algeri, vuole liberarsi della moglie Elvira e decide di darla in sposa a Lindoro, il suo schiavo italiano. Lindoro, che continua a pensare alla sua fidanzata Isabella, cerca invano di opporsi al volere del bey. Sulla costa è naufragato un vascello e Haly, il capitano dei corsari, scopre che gli scampati sono italiani: finalmente potrà soddisfare il volere del bey che sognava una “preda” italiana.
Vengono infatti imprigionati Isabella, la fidanzata di Lindoro partita proprio alla ricerca dell’amato e Taddeo, suo spasimante e compagno di viaggio: i due fanno credere ad Haly di essere zio e nipote. Mustafà vorrebbe far partire per l’Italia Lindoro ed Elvira, ma proprio mentre i due vanno a congedarsi dal bey, Isabella vede Lindoro. La scaltra italiana convince il bey che è usanza barbara ripudiare la moglie e si fa concedere Lindoro come schiavo.
atto
Lindoro spiega alla gelosa Isabella che non aveva nessuna intenzione di tradirla con Elvira, ma che non poteva disubbidire a Mustafà. Il bey, per ingraziarsi Isabella, decide di insignire suo zio Taddeo del ruolo di kaimakan, una sorta di luogotenente, e così avviene una buffa cerimonia di investitura dello sconsolato Taddeo. Elvira comunica a Isabella che sta per arrivare il bey a prendere il caffè; l’italiana le spiega che gli uomini vanno “educati” e che non bisogna subire passivamente i loro voleri. Il bey istruisce il novello kaimakan: quando starnutirà, Taddeo dovrà lasciare la stanza per permettergli di restare solo con Isabella, ma ai ripetuti starnuti Taddeo finge di non capire e non si allontana.
Mustafà si sente preso in giro ma Lindoro e Taddeo lo tranquillizzano: Isabella lo ama e ha deciso di nominarlo “Pappataci”, titolo che in Italia viene concesso agli amanti irresistibili. Devono solo mangiare, bere e divertirsi e non preoccuparsi di quello che succede intorno a loro. Per metterlo alla prova, Isabella e Lindoro fingono di amarsi e il Pappataci Mustafà non reagisce, continuando a mangiare; non reagisce nemmeno quando Isabella, Lindoro e gli schiavi italiani si imbarcano su un vascello e si allontanano. Troppo tardi scopre di essere stato vittima della burla ordita dall’astuta italiana, chiede perdono alla moglie Elvira e promette: «Non più italiane».
Le dirò con due parole...
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di Carlo Majer
Un ritratto
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Rossini tra Mozart, turcherie e trasparenze orchestrali.
Intervista ad Alessandro De Marchi
a cura di Stefano Valanzuolo
Nella spa di Mustafà.
L’Italiana “made in Regio” di Vittorio Borrelli
a cura di Susanna Franchi
Argomento - Argument - Synopsis - Handlung
Struttura dell’ opera e organico strumentale
a cura di Enrico M. Ferrando
Le prime rappresentazioni
Libretto