
Un punto di riferimento per il mondo dello spettacolo e della cultura: questo era Filippo Crivelli, regista a tutto tondo, amante del palcoscenico in tutte le sue declinazioni, dall’opera al balletto, dal musical al cabaret e ovviamente alla prosa. Scomparso il 6 febbraio a 93 anni nella sua Milano, ha lasciato dietro di sé una carriera florida e copiosa, iniziata negli anni Cinquanta come assistente di Zeffirelli, Visconti e Antonioni.
Dal 1964 al 1984 sono praticamente continuative le sue presenze nelle stagioni del Teatro Regio, dalle prime regie di caposaldi del repertorio di Mozart, Rossini, Verdi e Donizetti, cui si aggiunsero negli anni Settanta titoli contemporanei e ricercati (come Billy Budd di Britten, Diagramma circolare di Bruni Tedeschi, il dittico L’imperatore Jones di Giacomo Fuga e I sette peccati capitali di Brecht e Weill). Memorabili poi il Trittico pucciniano diretto da Bruno Bartoletti, l’Aida diretta da Gianandrea Gavazzeni, L’ajo nell’imbarazzo diretto da Bruno Campanella e realizzato anche in video. La sua famosa produzione del ballo Excelsior di Marenco per la coreografia di Ugo Dell’Ara venne data due volte, nel 1983 e da ultimo nel 2000, protagonista Carla Fracci.