136 pagine
11 illustrazioni
20 tavole in b/n
Le dirò con due parole...
a cura di Marco Targa
La bohème e i suoi miti
di Anthony Glinoer
Un’opera materialista
di Michele Girardi
Un ritratto
di Alberto Bosco
L’opera della nostra gioventù
di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi
Argomento - Argument - Synopsis - Handlung
Struttura dell’opera e organico strumentale
a cura di Enrico M. Ferrando
Tutte le Bohème del Regio
Libretto
Le dirò con due parole…
a cura di Marco Targa
Se ci venisse chiesto di dire su due piedi chi sono i protagonisti della Bohème, la risposta sarebbe facile: il poeta Rodolfo e la sartina Mimì, attorno alla cui celeberrima storia di amore tragico ruota tutta la trama del capolavoro di Puccini. Nel titolo dell’opera però i loro nomi non compaiono: questo ci suggerisce che forse la vera protagonista della vicenda sia un’altra, sia proprio quella «vita gaia e terribile» narrata nel romanzo di Henri Murger Scènes de la vie de Bohème e tratteggiata attraverso le vite di giovani artisti parigini squattrinati, in cui si intrecciano sogni di gloria, amori sfuggenti e infelici, allegria e risate come antidoti contro il freddo e la fame...
La bohème e i suoi miti
di Anthony Glinoer
Il mito della bohème – la vita precaria e anticonformista condotta ai margini della società da gruppi di artisti e scrittori – si fonda in modo sostanziale sul successo di tre opere che l’hanno trasmesso di generazione in generazione. La prima risale alla metà del XIX secolo. Henri Murger, giovane poeta ancora sconosciuto, pubblica a partire dal 1845 una serie di testi sulle avventure di un gruppo di bohèmes. Senza troppo successo, gli episodi compaiono in un piccolo giornale, il «Corsaire-Satan», fino a che uno scrittore di vaudevilles altrettanto ignoto ai più, Théodore Barrière, sollecita Murger a farne un adattamento...
Un’opera materialista
di Michele Girardi
L’attesa per la première della Bohème era fortissima a Torino: il Teatro Regio era esaurito da giorni, quando il 1° febbraio del 1896 l’opera andò in scena diretta dal giovane Arturo Toscanini, ventinove anni ma già ai vertici dell’arte sua. La sera prima di questo debutto la compagnia di Ermete Zacconi e Libero Pilotto dava al Teatro Alfieri La vita di Bohème, versione italiana della pièce tratta dal romanzo di Henri Murger, da questi realizzata in collaborazione col drammaturgo Théodore Barrière...
Un ritratto
di Alberto Bosco
Invece di scervellarsi a cercare un nuovo finale all’incompiuta Turandot alternativo a quello di Alfano, i compositori che amano veramente Puccini potrebbero pensarne uno nuovo per la Rondine, l’opera più leggera e autoironica di Puccini. Infatti, se non fosse per gli sdilinquimenti che ne sciupano il terz’atto, da questo vivacissimo capolavoro risulterebbe chiaro anche ai detrattori del compositore lucchese – quelli, per intenderci, che non sopportano il suo sentimentalismo – quanto distaccato egli fosse ormai nel 1914 dal mondo poetico che lo aveva reso famoso con la “trilogia” Bohème-Tosca-Butterfly...
L’opera della nostra gioventù
di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi
Un’opera che ad ogni rappresentazione, bella o brutta che sia, ci fa commuovere, ci travolge, ci dice intimamente chi siamo. Il “tono conversativo” che la caratterizza racconta la vicenda in modo assolutamente naturale e spontaneo. Musica e libretto, in una totale adesione l’una all’altro, ci fanno vedere quello che sentiamo, anche se fossimo al buio, ci fanno sentire quello che vediamo, anche fossimo sordi...
Argomento
Struttura dell’opera e organico strumentale
a cura di Enrico M. Ferrando
La stesura definitiva della Bohème si differenzia dalla traccia originale del libretto, predisposta da Luigi Illica, principalmente per la soppressione dell’atto III, dove, in un’atmosfera movimentata e vivace, veniva portata in primo piano la figura di Musetta e compariva il personaggio del Viscontino, per il quale Mimì, non disinteressatamente, abbandonava Rodolfo...