Uno sguardo ironico sulla grande tradizione dell’opera buffa napoletana
di Marco Leo
Napoli fu, per ben più di un secolo, la capitale musicale italiana. Tra la fine del Seicento e il primo Ottocento i suoi Conservatori (unificati all’inizio del XIX secolo in quello di San Pietro a Majella) pullulavano di giovani formati con rigore a un artigianato artistico di alto livello che permetteva ai migliori di eccellere ‒ come compositori, interpreti o in entrambe le vesti ‒ nell’arte della musica...
Note “vuote” e note “piene” su una regia del Don Checco
di Mariano Bauduin
Esiste una strana ma più che giustificabile convinzione che quando si parla di opera buffa (o opera comica) napoletana ci si riferisca a quella vastissima produzione musicale che durante tutto il Settecento ha mostrato una brillantissima e copiosissima creatività, la quale ha portato la capitale del Regno di Napoli a essere celebrata dai più importanti teatri d’Europa...
Argomento
Struttura dell’opera
a cura di Enrico M. Ferrando
In Don Checco – strutturata per “numeri chiusi”, secondo le convenzioni dell’opera comica – i pezzi musicali sono collegati dalla recitazione di passaggi in prosa, anziché dai consueti recitativi intonati su un testo in versi. Questa soluzione, tipica del Singspiel tedesco e (più tardi) dell’operetta, è dovuta a un influsso dell’opéra-comique che risale al dominio francese sul Regno di Napoli nel periodo napoleonico...