Dal ghetto di Terezín al palcoscenico: l’opera simbolo di speranza, con le giovani voci del Teatro Regio
In occasione del Giorno della Memoria
Piccolo Regio Puccini, venerdì 24 gennaio 2025, ore 20
Repliche: sabato 25 gennaio ore 16 e lunedì 27 gennaio 2025 ore 20
Il Teatro Regio, che da anni partecipa alle iniziative legate al Giorno della Memoria, propone Brundibár, opera per bambini in due atti di Hans Krása, su libretto di Adolf Hoffmeister. Lo spettacolo sarà introdotto da una presentazione di Elisabetta Lipeti e dalla proiezione del documentario Theresienstadt, la città che Hitler regalò agli ebrei, a cura di Michele Bongiorno con la regia di Jan Ronca (Bongiorno Producion 2003).
Brundibár - nuova produzione del Teatro Regio - va in scena al Piccolo Regio Puccini, nell’ambito della Stagione Al Regio in famiglia, venerdì 24 gennaio alle ore 20 (con repliche sabato 25, ore 16 e lunedì 27, ore 20) e in tre appuntamenti riservati alle scuole giovedì 23, lunedì 27 e mercoledì 29 gennaio alle ore 10.30. La regia dello spettacolo è di Matteo Anselmi, i costumi di Laura Viglione. Il genere dell’opera per bambini è rivolto a un pubblico di giovanissimi, e prevede anche dei giovanissimi interpreti nelle parti cantate, tutte scritte per voci bianche. Il Maestro Claudio Fenoglio dirige i Solisti del Coro di voci bianche del Regio e il Coro di voci bianche del Teatro. Al pianoforte c’è Luca Brancaleon. L’opera, della durata di un’ora circa, è rivolta al pubblico dei bambini a partire dai 10 anni.
La memoria della Shoah e il dramma di Terezín
La memoria della Shoah ancora oggi evoca immagini terribili: prigionieri ridotti allo stremo, bambini con i numeri incisi sulla pelle, interminabili file di baracche, l’orribile scritta «Il lavoro rende liberi» sovrasta l’ingresso di Auschwitz. L’immensa macchina di annientamento nazista coinvolse anche altre realtà meno note, come il ghetto-modello di Terezín (Theresienstadt), dove l’apparente “normalità” celava un disegno atroce.
La fortezza di Terezín, vicino Praga, fu costruita nel 1780 dall’imperatore Giuseppe II come tributo alla madre Maria Teresa. Nel 1941, il governo nazista trasformò la città in un campo di transito per ebrei ritenuti “non idonei” al lavoro forzato e destinati ai campi di sterminio. La città fortificata fu trasformata in un ghetto-modello, ma nonostante un’apparente facciata di vita sociale e culturale – con spettacoli, concerti e rappresentazioni artistiche – all’interno si consumavano condizioni inumane: sovraffollamento, fame e malattie causarono un numero impressionante di decessi. Dei 141.000 prigionieri passati per Theresienstadt, circa 33.500 morirono nel ghetto, la restante parte fu deportata verso i campi di sterminio. Tra i prigionieri si contavano anche 15.000 bambini, di cui pochissimi sopravvissero. Oltre ai deportati provenienti da ogni angolo d’Europa, il ghetto accolse numerosi intellettuali e artisti di fama internazionale: musicisti, scrittori, poeti e attori. Contrariamente alle aspettative, l’attività culturale non si spense; al contrario, fu incoraggiata dai nazisti come mezzo di propaganda. Così, tra spettacoli teatrali, concerti e opere, Terezín divenne teatro di una resistenza creativa, dove l’arte si contrapponeva alla disperazione. Nel 1944, la Croce Rossa Internazionale effettuò un’ispezione programmata dalle autorità naziste con lo scopo di mostrare un’immagine fittizia di normalità: negozi finti, scuole improvvisate e falsi spazi pubblici furono allestiti per ingannare i visitatori. Terezín divenne persino oggetto di un documentario di propaganda: Il Führer dona una città agli ebrei, che mostrava un’apparente vita serena. In realtà, quella città era solo una tappa verso l’abisso di Auschwitz. Nonostante le tragedie quotidiane, l’ingegno e il talento di molti prigionieri sopravvissero come forma di resistenza. Lo scrittore e musicista Viktor Ullmann descrisse questa lotta come il tentativo di «trovare ordine nel caos» attraverso l’arte.
L’opera Brundibár: il potere dell’infanzia e il suo significato simbolico
Fra le creazioni artistiche più celebri nate a Terezín spicca l’operina per bambini Brundibár, composta dal musicista Hans Krása su libretto del poeta Adolf Hoffmeister. Hans Krása, originario di Praga, era un compositore di talento formatosi tra Parigi e Berlino. Deportato a Terezín e poi ad Auschwitz, perse la vita nel 1944. L’opera fu scritta nel 1938 per un concorso musicale, ma l’occupazione nazista impedì la sua esecuzione pubblica. La prima rappresentazione avvenne nel 1941 presso un orfanotrofio ebraico di Praga e, successivamente, Brundibár fu eseguita più di 50 volte a Theresienstadt, diventando simbolo di speranza e resistenza per i piccoli prigionieri. Fatto rilevante, Hoffmeister fu l’unico sopravvissuto del cast iniziale: invitato a Londra per ricevere un premio proprio per Brundibár, poté così sfuggire all’arresto e alla deportazione.
Brundibár racconta la storia di due bambini, Aninka e Pepíček, che cercano di guadagnare qualche moneta per comprare il latte alla madre malata. Ostacolati dal malvagio suonatore di organetto Brundibár, i due protagonisti trovano alleati in animali parlanti e compagni di scuola. Uniti, riescono a sconfiggere il cattivo e a celebrare la loro vittoria. Il valore simbolico di Brundibár supera il contesto narrativo: l’opera, pur nella sua semplicità, rappresenta il trionfo della solidarietà e dell’innocenza contro l’oppressione e il male. Brundibár, figura subdola e ingannatrice, è spesso interpretato come l’incarnazione del dittatore nazista, mentre i bambini, con la loro unione e il loro coraggio, riaffermano la dignità umana e la forza della speranza.
Un messaggio universale per tutte le generazioni e la valorizzazione delle risorse del Coro di Voci Bianche del Teatro Regio
La produzione del Teatro Regio, realizzata interamente con i giovani Solisti del Coro di Voci Bianche e con il Coro di Voci Bianche diretto da Claudio Fenoglio, rappresenta un progetto unico che celebra l’importanza della musica come linguaggio universale e strumento di memoria. In scena i ragazzi non solo interpretano Brundibár, ma trasmettono un racconto di speranza e resilienza che attraversa le generazioni. La regia di Matteo Anselmi indaga il legame tra il mondo immaginario dei bambini e le sfide della realtà, rendendo questa opera un’esperienza intensa e formativa, tanto per gli interpreti quanto per il pubblico.
Si tratta anche una preziosa occasione per valorizzare le risorse interne del Teatro Regio, mettendo in evidenza il talento, la dedizione e lo studio dei giovani del Coro di Voci Bianche. Un’opera per bambini eseguita da bambini dimostra come il Teatro possa essere non solo un luogo di cultura, ma anche una fucina di crescita artistica e personale, dove il lavoro dei giovani è riconosciuto e portato in scena con la stessa professionalità e passione delle produzioni tradizionali.
I prossimi appuntamenti
La Stagione In Famiglia 2024/2025 offre un cartellone pensato per bambini e ragazzi, con spettacoli del grande repertorio in versione “pocket” e nuove opere che avvicinano i più giovani al mondo dell’opera e della musica sinfonica. I prossimi appuntamenti in programma sono: La traviata (opera pocket) di Giuseppe Verdi (16, 21 e 23 febbraio); Il barbiere di Siviglia e la stanza della meraviglia (opera pocket) di Giachino Rossini (19, 26 e 27 aprile); Dolceamaro e la pozione magica di Gaetano Donizetti (10 e 11 maggio); The Bear (L’orso) di William Walton in prima esecuzione a Torino (24, 29 maggio e 4 e 5 giugno).
BIGLIETTERIA E INFORMAZIONI
I biglietti sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio o presso i Punti Vendita Vivaticket. Il costo del biglietto ridotto under 15 è di € 10, intero € 20. Con il Carnet 4 spettacoli, il Teatro Regio offre la possibilità di assistere a quattro spettacoli a € 80. Il carnet include l'ingresso per un adulto e un bambino, consentendo di scegliere liberamente tra le diverse proposte in cartellone. Una formula pensata per far scoprire il teatro in modo conveniente e accessibile.
Biglietteria del Teatro Regio
Piazza Castello 215 - Torino | Tel. 011.8815.241 - 011.8815.242 | biglietteria@teatroregio.torino.it
Orario di apertura: da lunedì a sabato ore 11-19; domenica: ore 10.30-15.30; un’ora prima degli spettacoli.
Ufficio stampa Teatro Regio
Sara Zago - Tel. +39 011 8815 239/730